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GONG: Riccardo Bertoncelli - Demetrio Stratos

"Crac!" la recensione di Riccardo Bertoncelli
Spinti dalla «voglia di comunicare» e forse consci della paranoia cui erano giunti con il secondo disco, gli Area ci offrono un'opera più tranquilla, serena, festosa, delle precedenti, accoppiando alla «rivoluzione» che occhieggiava tra le pagine del passato una «gioia» che fondamentalmente è divertimento con il suono. Compromesso? Non di certo, anche scavando a fondo nei significati. La consapevolezza non scende mai a patti, i testi non la smettono mai di insinuare e di porre dubbi, lo stile muta nelle virgole del modus senza sbriciolar la sostanza: «il mio mitra è un contrabbasso / che ti sputa sulla taccia», cantano le parole a un certo punto, ed è il fedele riassunto dell'esperienza Area, la voglia di far qualcosa per i tempi con gli strumenti a disposizione. Oltre agli orgogliosi pronunciamenti, comunque, la stoffa della musica continua a presentare smagliature.
Il vecchio problema della «vocalità» non è stato risolto, Demetrio Stratos continua a inseguir singulti e libertà oppresso da rigide strutture: e la musica stessa presenta inciampi e aree di dubbio, costretta a scivolare tra immagini audacissime e piccoli schemi di pop di retroguardia. Come superare l'errore? Forse bisognerebbe lasciarsi andare all'ispirazione più cinica, forse bisognerebbe dar ragione al pianismo ostico e affascinante di Nervi Scoperti o alle andature misteriose di Megalopoli: rendendo al contempo più elastica la materia,spezzando l'ossessione dei ritmi, colorando il timbro con un saxofono che toglierebbe molti pesi dalle spalle di Fariselli e farebbe chiacchierare meno il sintetizzatore di Tofani. Resta comunque la mano felice di molti strumenti, la
voglia di bruciarsi la pelle con significati poco consumabili e molto interessanti: anche se in fondo a tutto Area 5, un «gesto musicale» di Hildago e Marchetti, che dovrebbe costituire il nocciolo di questa presa di coscienza, fallisce clamorosamente nella noia e nell'isteria.
I brani migliori sono quelli già citati, con l'ombra malefica di un certo Cecil Taylor e l'urlo sincopato della Mahavishnu Orchestra: Implosion sta un gradino sotto, per un certo impaccio dei temi spiegati, come l'iniziale Elefante Bianco, che abusa di «segnali acustici» mediorientali.
Gioia e Rivoluzione scherza col testo agrodolce, misurando per la prima volta la «bellezza» della ballad chitarristica: e La Mela di Odessa chiude in gloria la situazione, sorridendo su un facile tema musicale con un apologo malizioso, pieno di sottintesi e di frammenti culturali siglati 1920.

 

La risposta di Demetrio Stratos

Caro Bertoncelli, collezionista di dischi o Infermiere del Pop? fai tu.
La mia non è solo una risposta alla tua recensione su "Crac!" ma una didascalia sul piano tecnico-musicale concettuale, politico, per recuperarti, anche solo per un attimo, dalla tua narcolessia musikale. Vediamo punto per punto:
1. Dove citi «il mio mitra è un contrabbasso che ti sputa sulla faccia» errore! noi non sputiamo in faccia alla gente come faceva il tuo amico Zappa, spariamo.
2. «Demetrio Stratos continua a inseguire singulti e libertà oppresso da rigide strutture».
a). Ciò che tu chiami singulti sono trilli armonici con vibrato e cambiamento di timbro con passaggi di 4.a, 5.a, 7.a sulla fondamentale, giocati a volte in scala cromatica.
b). In quanto a inseguire la libertà ti comunico che io l'ho raggiunta da un pezzo (basta prendersi il disturbo di ascoltare attentamente e non, il disco per rendersene conto) e del resto la voce è sempre in rapporto dialettico con gli altri strumenti ed è frutto di un preciso progetto iniziale di gruppo (sono queste le tue rigide strutture?).
3. Ci rimproveri «l'ossessione dei ritmi»: ma qui non ci intendiamo sulla terminologia; per noi l'ossessione è quella corrente dei 4/4 che gli Area hanno ampiamente scavalcato, arrivando al limite di rottura dell'elasticità ritmica con gli 11/16 e i 33/16, ritmi pluri-composti sconosciuti alla tua esterofilia musicale.
4. Ci consigli di «calcare il timbro con un saxofono (piccolo peccato di esterofilia!) che toglierebbe molti pesi dalle spalle di Fariselli e farebbe chiacchierare meno il sintetizzatore di Tofani». L' estetismo musicale (v. colorare il timbro con un saxofono) è stato superato. La logorrea estetica del Musicista singolo che toglie il peso a un altro non ci interessa. In quanto ai sintetizzatore di Tofani, che a tuo parere dovrebbe chiacchierare meno, ma se è stato usato solo una volta! (v. introduzione di Implosion).
Vedi che a chiacchierare è il sintetizzatore (ARP) di Fariselli, e bene anche.
5. A proposito di Area 5 che «fallisce» clamorosamente nella noia e nell'isteria non vale neppure la pena di discutere, vista la tua presunzione nel voler giudicare due musicisti del calibro di Hildago e Marchetti.
6. «L'ombra malefica di Cecil Taylor» a me sembra offuscata da Condon Nancarrow. Forse manca alla tua collezione di dischi?
7. «L'urlo sincopato della Mahavishnu»: se per te usare la stessa marca di strumenti e avere la stessa padronanza tecnica significa identità di «urlo sincopato», ti posso dire che questi elementi non bastano, visto che variano il linguaggio, la cultura e la struttura di base. Magari sei anche d'accordo.
8. Rimproveri Elefante Bianco dicendo che «abusa di segnali acustici mediorientali». A parte l'evidente confusione geografica, qui non si abusa un cazzo, visto che i suddetti «segnali acustici» mi appartengono per diritto e di tradizione e di cultura, e automaticamente appartengono agli Area, visto che svolgiamo un lavoro di gruppo. Noi!
In questa recensione di "Crac!" accusi di paranoia il nostro secondo disco, ma non è da confondersi la succitata paranoia con la nostra reale incazzatura sfociante in provocazione.
Gli Area si ispirano dalla realtà: in Caution c'erano i riflessi della bomba di Brescia e l'ombra di Ulrike Meinhof, in "Crac!" c'è la dimensione della gioia e della rivoluzione con la Grecia, il Portogallo e il Vietnam liberati. Questo è il nostro mondo, «ma forse per te il mondo è ancora piatto» (Odessa 1920).

Demetrio Stratos, Area

 

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