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Hommage à Demetrio Stratos

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OMAGGIO A DEMETRIO STRATOS (Daniel Charles)

Dieci anni dopo la tragica scomparsa di Demetrio Stratos, il passar del tempo non ha minimamente cancellato, e nemmeno sbiadito, la voce del cantante – poeta.
Proporrò qui un bilancio provvisorio, in tre punti, di quello che Demetrio ha tracciato in lettere di fuoco:

1 – Prima di ogni altra distinzione, la voce è " qualcosa di indicibile atta a rivestirsi di linguaggio" ( Paul Zumthor, Introduzione alla poesia orale ); grazie al lavoro di Demetrio, la voce appare come una cosa ( nel senso di Heidegger ) non necessariamente destinata a fissarsi in un oggetto; dunque plurale e plurivalente, capace di innescare l'utopia del bisbiglio confuso del linguaggio ( Barthes ).

2 – Riversandosi da lì ogni parola, la voce decostruisce l'invarianza del soggetto; al contrario di quello che, ad esempio, afferma Derrida, essa frammenta il soggetto anzichè formarlo o comporlo. Demetrio Stratos, nel "cantare la voce", consente di risalire all'infanzia – a quello che Michel de Certeau chiamava una " glossolalìa frantumata in scoppi verbali".

3 – La voce, è l'origine, è "il fiore della bocca"( Hölderlin ). E' una metafora? Nello stesso tempo metafora assoluta ed assoluta anti-metafora, la voce è un Mostrare e un Presentare: una Performance, quella di Orfeo. Demetrio Stratos introduce ad un ascolto liberato, quello di una musica e di una poesia che non si raggiungono solamente nel silenzio.

 

Prima pagina di "Omaggio a Demetrio Stratos" di Daniel Charles, intervento al Convegno "Cantare la voce dieci anni dopo", Milano 29-30 maggio 1989.

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